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GIANNETTO CIMURRI la mano santa dei campioni di Paolo Alberati
Categoria:   Top  Libri e articoli di Paolo Alberati
 

Editore : Giunti editore
Pagine : 190
Prezzo : 16,50

Cimurri, un nome e una garanzia. Parlare di lui nel ciclismo è come parlare di Domenico Modugno nella storia della musica leggera. Un MITO, per un termine troppe volte usato a sproposito.

Che fortuna che ha avuto Paolo Alberati, ad aver la possibilità di scartabellare tra le 5000 foto che la famiglia, gli amici e i campioni gli hanno messo a disposizione! Che meraviglia poter consultare l'archivio Panizzi e farne un libro che non parla solo di ciclismo e di storia del pedale ma che racconta i fermenti e gli aspetti positivi del nostro paese!!! Cimurri, era la "mano santa" per eccellenza.

Fiorenzo Magni dice che "Cimurri era capace di massaggiarti anche l'anima". Più che massaggiatore era "soigneur", termine francese che significa colui che si prende cura di… Praticamente, come scrisse Ermanno Mioli centrando l'obbiettivo, un "Buon Samaritano" per tutta la vita. La gente era convinta che avesse delle mani prodigiose che curassero tutti i mali. Però la prima lezione "terapeutica" a Cimurri, neofita del massaggio, la diede Giuseppe Pancera, un gran routier che nessuno, neppure le cronache ricordano più.

Ebbene, Pancera dopo una tappa del Giro 1927 viene avvicinato da Cimurri voglioso di manifestare la sua bravura nel massaggio. Ma Pancera gli fa capire che la sua principale preoccupazione dopo una corsa è "il mangiare". Ecco quindi, serviti dall'oste, materializzarsi, come in un racconto evangelico, pane e vino che Pancera ingurgita in un amen. Nel frattempo gli racconta come si è svolta la corsa, gli racconta le proprie amarezze e si sfoga con lui. Gli getta poi sul tavolo le sue aspirazioni.

Cimurri capì la lezione al volo: il ciclismo, grondante di cose semplici e di quotidianità, sarebbe stato il suo futuro. Cimurri avrebbe condiviso soprattutto gioie e dolori con gli atleti e con tutti quanti si fossero affidati alle sue cure. Naturalmente partì dai più umili, che poi furono invece quelli che gli insegnarono di più…si prese cura dei diseredati, dei molti isolati che in quelli anni tentavano la sorte iscrivendosi al Giro. Cimurri "isolato" tra gli "isolati". Li faceva parlare, sfogare e la fatica si scioglieva con lo sfogo e con la rabbia raccontata. Ecco dove ha imparato a massaggiare l'anima.

Ma il libro, curato con rara maestria da Paolo Alberati che ha il pregio di non ricorrere mai al copia-incolla, racconta anche le sue attività nel commercio, nel calcio, nel pugilato e con le persone di tutti i giorni, mentre il ciclismo, come dice Giorgio Maioli da "eroico stava diventando epico".

Col fratello Abramo, complice e collega, piano piano entrò in contatto con i campioni: Vicini, Cottur, Servadei e poi le nazionali, il Tour, la pista, Coppi e Bartali. Una vita nello sport, insomma. Infatti fino agli anni novanta Cimurri ha vissuto, frequentato e raccontato il ciclismo. Quanto ci farebbe comodo nel ciclismo di oggi qualche Cimurri in più e qualche stregone in meno...


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