Mar.'16 - BIKE TEST #FrmAnakinFull LA BICI CHE NON T'ASPETTI

Che a fine febbraio 2016 avrei partecipato ad una manifestazione sportiva importante, così da regalarmi anche una vacanza, non c'era dubbio.

L'alternativa era tra l'IRONMAN 70.3 di Dubai oppure... Oppure una vera alternativa sinceramente non c'era, ma l'istinto agonistico e il caso l'ha fatta materializzare in un'aventura fantastica in Mtb nei sentieri della #ANDALUCIABIKERACE gara a tappe a coppie articolata su 6 frazioni belle toste, a fine febbraio nel sud della Spagna, ossia in Andalucia.

La sorpresa vera è sato però il mezzo tecnico con cui l'ho affrontata, una FRM FULL ANAKIN in carbonio, bici che si è rivelata davvero una sorpresa strepitosa.

             

L'ANDALUCIA BIKE RACE e L'IDEA FRM...

La formula, come detto, prevedeva la partecipazione a coppie: ossia la classifica veniva stilata non sull'ordine d'arrivo del singolo corridore, ma bensì sul piazzamento della coppia di corridori iscritti insieme come compagni di squadra, squadra che poteva venirsi a creare anche proprio in occasione di questa manifestazione e allo scopo di partecipare alla stessa.

E siccome come compagno di team si era deciso di andare insieme con Giovanni Chiaiese atleta Elite del team FRM, ecco che il team Manager della FRM (e amico) Mirko Pirazzoli mi ha lanciato subito la proposta: <tu ci presti le tue gambe, corri con una nostra bici e noi ti diamo tutta l'assistenza necessaria in loco per vivere una settimana da corridore senza altri pensieri se non quello di pedalare>.

Affare fatto (!) mi son detto. E i patti prevedevano di scegliere una bici tra quelle offerte dalla Azienda FRM. E io, curioso e temerario, ho scelto il top: la FULL ANAKIN.

Chiudiamo qui con due righe l'aspetto "agonistico" della prova andalusa: ci siamo divertiti e siamo andati forte, fin quando Giovanni ha dovuto alzare bandiera biancha abbattuto da un potente virus gastroenterico che lo ha messo KO dopo la quarta tappa. Ma il sottoscritto che ha potuto portare a termine tutte e sei le tappe si è goduto una esperienza indimenticabile, sia sul lato sportivo che umano, rimanendo sbalordito dalle caratteristiche di questa bici che si può dire ho messo sotto il sedere per la prima volta il giorno prima della partenza della gara.

 

Il mezzo: la FRM ANAKIN FULL

La bici da me usata era prima appartenuta a Iron TIbi (Andrea TIberi) per poi passare nelle mani del Campione Italiano Denis Fumarola, che con questa bici ha vinto appunto il titolo italiano XC del 2015. Insomma una bici abituata molto bene... e che l'Azienda prima di consegnarmi ha ben revisionato e messa a puntino. A me è bastato allungare l'attacco manubrio da 9 a 10 mm e poi praticamente da subito mi sono sentito a casa. E a quel punto ho fatto di tutto per non fargli rimpiangere i due cavalieri precedenti ;-)

Da sempre, lo confesso, sono stato scettico sull'uso delle bici Full, non per partito preso, ma perché in passato ne avevo provate almeno tre, delle migliori e più conosciute marche in commercio, ma nessuna delle tre mi era sembrata migliore della mia front 29 pollici: più "lente" e pesanti in salita, non assolutamente più veloci in discesa rispetto  alla mia front del cuore.

                        

Questa FRM invece mi ha sorpreso, anzi folgorato dopo aver pedalato i primi 40 metri di asfalto in salita: <questa bici in salita è più scattante della mia bici da strada!> mi son detto. Ma come cavolo era possibile che questo intreccio di tubi in carbonio, nato per ammortizzare le sconnessioni del terreno, potesse essere così rigido e reattivo? 

Sinceramente non lo so, non me lo sono ancora spiegato, ma questo era il primo dato di fatto che per me già non era poco: avevo sotto al culo una bici di altissime prestazioni ove a me premeva di più: la salita.

Andava però provata anche nel suo pezzo forte, lo sconnesso tecnico, sia in discesa che in salita, perché lì mi avevano detto che avrei <capito la differenza tra un carbonio fatto in Italia su specifiche tecniche e quello cinese diffuso nel commercio mondiale>.

Ed in effetti... ho capito bene la differenza: abissale.

Credetemi sulla parola, se non lo farete non importa, né a me né a voi ne viene nulla: non ho contratti di sponsorizzazione con la FRM, non debbo ingraziarmi nessuno, al contrario non debbo sminuire nessun competitor di questo mezzo, ma sinceramente amo trasmettere l'entusiasmo che io ho provato (e che provo ancora oggi, finché questa bici non mi toccherà restituirla ai legittimi proprietari :-( ) nell'usare questo fantastico mezzo dell'ingegneria costruttiva italiana. Sì, lo ammetto, in parte sono anche orgoglioso che l'Italia, la nostra nazione, sia in grado di costruire ed esportare nel mondo un oggetto così preciso e, fatemelo dire, anche bello!

 

LE DIFFERENZE...

Dicevamo delle differenze, cos'ha insomma in più questa bici?

Innanzitutto, per completezza d'analisi, debbo aggiungere che insieme al cabronio sicuramente ben intrecciato e ad una geometria molto azzeccata, è il mix di elementi racchiusi in questo mezzo che mi ha sorpreso nella resa finale.

Le ruote con cerchi i30 (canale interno da 30 millimetri); i perni passanti davanti e dietro; la forcella anteriore e l'ammortizzatore sapientemente tarati dalla Casa Madre (e so che dentro c'è lo zampino geniale del mio amico Alessio Seri); il manubrio in fibra. Poi le mie gomme preferite da 2.2 pollici; la guarnitura QUARQ XX, le mie manopole preferite della Ergon... Insomma un mosaico di pezzi così ben assemblati che mi hanno fatto pedalare per sei giorni di fila, su dislivelli importanti, contro avversari fortissimi, con il massimo confort e... senza una foratura, una rottura, una sola misera ed unica difficoltà di gestione del mezzo!

                  

La differenza è stata che diversamente dal mio solito, non ho mai rischiato di cadere e.. non somo mai caduto.

Più volte, saltando sopra pietre altissime, trovandomi lungo di traiettoria, arrivando troppo veloce in punti tecnici... ho avuto i brividi al collo, quelli che ti prendono prima di cadere. Insomma abitualmente in quelle condizioni con la mia bici front mi sarei accappottato (per dirla in italiano) ed invece niente! 

La Anakin è una bici che ti "perdona" tanto e questo perdonarmi a me ha salvato la pellaccia più volte.

 Poi la grande capacità di copiare il terreno, data certamente dall'egregio lavoro di squadra telaio-ammortizzatore-forcella-cerchi mi ha consentito tappa dopo tappa di risparmiare energie nervose, di arrivare meno stanco, di essere più rilassato muscolarmente. Nella singola gara, nelle tappe ripetute, questa è una differenza non da poco.

Infine la GUIDABILITA': questa è una bici che è stata disegnata bene: essere veloci e stabili sul rettilineo ma allo stesso tempo molto maneggevoli sui tornati stretti significa avere grande poliedricità: e questa bici questa dote ce l'ha di diritto. Sorprendete davvero il mix di qualità: prima, quando me lo dicevano, non lo credevo. Ma ora debbo dirlo: sono rimasto molto piacevolmente sorpreso.

 

I CERCHI i30

In molti me lo hanno chiesto: ma come vanno questi cerchi da 30? Rispondo molto direttamente: bene, anzi benissimo!

Dicevano che erano "pesanti" e lenti nei rilanci: fregnacce!

Dicevano che facevano rumore e attrito sull'asfalto: ri-fregnacce. Stessi copertoni di sempre ma con più aria dentro, quindi più "protetti" e come diciamo noi in gergo "galleggianti".

Solo vantaggi, senza alcun lato negativo. Pressione non inferiore a 1.2 atmosfere quella che ho usato io, perché a 0,9 in prova ho forato subito. Colpa mia? Forse. Ma con una pressione da 1.2 ho corso bene tutte le tappe, grande grip in trazione e in frenata, grande scorrevolezza, nessun problema.

       

 

LA GUARNITURA QUARQ XX

Saprete già che con i misuratori di potenza noi ci lavoriamo da oltre 10 anni. Ne possediamo una decina, di almeno 5 marche diverse. Ma un Quarq così lungamente non lo avevamo mai provato, e ci mi ha lasciati pienamente soddisfatti.

Preciso, graduale nella cesione dei watt, assolutamente impermeabile (abbiamo attraversato almeno 20 torrenti d'acqua senza la minima sbavatura), utilissimo il servizio di cessione dati percentuali di spinta gamba destra e gamba sinistra.

Rapporto qualità prezzo molto alto, nel mercato forse battuto solo dalla pedivella STAGES POWERMETER, ma dobbiamo riconoscere una voltazione da dieci a questa guarnitura che ci è stata fornita dall'amico Luciano Forlenza del centro bici BIKE&SPORT di Contursi Terme (SA).  

             

 

CONCLUSIONI E RINGRAZIAMENTI

L'esperineza è stata fantastica, da ripetere.

Le notizie della gara, classifiche e tutto il resto le potete trovare su www.andaluciabikerace.com

mentre i dati tecnici sulla ANAKIN FRM FULL li potete trovare sul sito dell'azienda  http://www.frmbike.biz/cms/index.php/en/

Non chiedetemi quanto costa, perché non lo so: io le bici non le vendo, le provo :-)

Chiedetemi solo come va. Ma penso la risposta di avervela già fornita in maniera esauriente.

Infine sento di dovere parecchi ringraziamenti.

Innanzitutto al mio amico Mirko Pirazzoli che mi ha messo in testa l'idea "folle e rivoluzionaria" (almeno per me) di provare una full, la sua full.

Ringraziamento al pazzo che con me ha voluto condividere questa esperienza facendo fatica: Giovanni Chiaiese.

Ringraziamento immenso a FRM SPAIN ossia a don Miquel Torra: un vero "hombre vertical".

La sua assistenza, lo stand costruito per noi ogni giorno grazie alla collaborazione offerta dagli amici del TEAM BERRIA (Sponsorizzato FRM) ci hanno fatti sentire a casa, a nostro agio, dei Pro Rider (almeno per qualche giorno ancora) senza altri pensieri se non pedalare e forte!

Grazie a Luciano Forlenza e alla assistenza tecnica del suo BIKE&SPORTS.

Grazie a Josè e a tutto il suo Team Berria

      

Sicuramente ancora dimentico qualcuno. Ma non preoccupatevi, comunque il prossimo anno torno a ringraziarvi di persona:

Espana Olè!

 

Paolo Alberati

 

 

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